Home sicurezza sul lavoro Il Feedback positivo.. questo sconosciuto!
Il Feedback positivo.. questo sconosciuto!
ALFA AMBIENTE NEWS 10:22 0
La più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.
(Carl Rogers)
La gestione della sicurezza sul lavoro è spesso basata su un
sistema ispettivo sanzionatorio; questa modalità contribuisce a inibire i
comportamenti a rischio ma non permette di sostituirli con comportamenti
corretti e non garantisce risultati duraturi nel tempo. Questo approccio “reattivo” alla sicurezza fonda i suoi assunti
più su atteggiamenti di ricerca delle colpe che
delle cause
degli incidenti; inoltre genera un clima basato sull’attribuzione di
responsabilità, che non permette una collaborazione franca e aperta e un
coinvolgimento attivo dei lavoratori, in quanto si è più concentrati nel
giustificare l’estraneità nel causare un incidente piuttosto che nella ricerca
di strategie funzionali ad impedirlo. Si può aggiungere un altro elemento importante: oltre l'80%
degli incidenti lavorativi si verifica a causa di azioni insicure e non di
condizioni strutturali o di dispositivi di sicurezza carenti. Questo significa
che molto spesso le procedure sulla sicurezza, i dispositivi di protezione e
tutti gli aspetti prescrittivi sono conosciuti dai dipendenti, i quali sono
adeguatamente formati ed informati, ma l’incidente continua a verificarsi
ugualmente. Pertanto spostare l’attenzione sull’analisi dei comportamenti
che i lavoratori mettono in atto ci permette di intervenire in una reale ottica
preventiva e di miglioramento continuo, piuttosto che continuare a persistere
sugli incidenti che in questo caso sono solo i risultati di comportamenti non
sicuri. Nei post precedenti ( Abitudini e Sicurezza sul lavoro, Il comportamento sicuro? Una buona abitudine che si può costruire) abbiamo
evidenziato come il “comportamentismo” sostenga che i comportamenti sono
evocati dalle condizioni ambientali di lavoro, cioè dagli stimoli che precedono immediatamente il comportamento (antecedenti) ma sono mantenuti, aumentati o diminuiti dagli stimoli che seguono immediatamente quel comportamento (conseguenze). Tanto più la conseguenza del comportamento sarà positiva per
il soggetto tanto più quel comportamento sarà mantenuto nel tempo e diventerà
un’abitudine; quindi il rinforzo positivo permette di premiare e rinforzare un
comportamento corretto in termini di sicurezza permettendo di potenziare ciò
che è funzionale per la sicurezza dei lavoratori. Il vero miglioramento
della performance in sicurezza avviene quando associato al rinforzo positivo si
ha anche il feedback, elemento essenziale per generare apprendimento. Il feedback è uno
degli strumenti di comunicazione più preziosi per la gestione del personale;
Feedback in italiano si traduce “riscontro, verifica, confronto”, ma è ormai un
termine di uso comune nel campo professionale.
Contraddistingue una comunicazione verso una persona (o un
gruppo) quando facciamo delle osservazioni costruttive circa un suo
comportamento, lo svolgimento di un compito o mansione. Il feedback è un “regalo”, qualcosa che emerge attraverso
l’osservazione di comportamenti o fatti concreti,
e si restituisce per aiutare l’altro ad allargare la sua visione o farlo
crescere, sostenerlo nel fare un passo avanti verso l’obiettivo; ma può essere
anche un riconoscimento, un input per farlo riflettere sul comportamento messo
in atto. Dare un feedback efficaci sul comportamento dei collaboratori
non è semplice: innanzitutto occorre restituire feedback non giudicanti ma centrati sulla descrizione; esprimere giudizi
crea atteggiamenti difensivi e di chiusura al cambiamento, aumenta la
conflittualità e non permette l’ascolto attivo; inoltre il feedback deve essere
orientato al futuro e su obiettivi
precisi; infine il feedback deve essere costruttivo cioè dato per fornire un aiuto concreto in termini di
crescita per la persona a cui è rivolto.
Il feedback va fornito
subito dopo la performance e come antecedente di un rinforzo. La capacità
di fornire dei feedback ci porta a riflettere sul fatto che chi si
occupa di gestione della sicurezza non deve avere solo competenze tecniche e
normative, ma deve possedere quella che Goleman ha definito, “intelligenza
emotiva”, cioè la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui al fine di sviluppare
empatia nella relazione, cioè favorire l’ascolto dell’altro sospendendo il
giudizio e l’interpretazione dei messaggi cercando di comprendere cosa l’altro
vuole realmente comunicare; senza la creazione di questo “ponte” tra chi si
occupa di sicurezza e lavoratori non riusciremo mai a mantenere comportamenti
sicuri che siano duraturi e accettati. Forse questo è un primo passo per una vera cultura della
sicurezza?
Contraddistingue una comunicazione verso una persona (o un gruppo) quando facciamo delle osservazioni costruttive circa un suo comportamento, lo svolgimento di un compito o mansione. Il feedback è un “regalo”, qualcosa che emerge attraverso l’osservazione di comportamenti o fatti concreti, e si restituisce per aiutare l’altro ad allargare la sua visione o farlo crescere, sostenerlo nel fare un passo avanti verso l’obiettivo; ma può essere anche un riconoscimento, un input per farlo riflettere sul comportamento messo in atto. Dare un feedback efficaci sul comportamento dei collaboratori non è semplice: innanzitutto occorre restituire feedback non giudicanti ma centrati sulla descrizione; esprimere giudizi crea atteggiamenti difensivi e di chiusura al cambiamento, aumenta la conflittualità e non permette l’ascolto attivo; inoltre il feedback deve essere orientato al futuro e su obiettivi precisi; infine il feedback deve essere costruttivo cioè dato per fornire un aiuto concreto in termini di crescita per la persona a cui è rivolto.
Il feedback va fornito subito dopo la performance e come antecedente di un rinforzo. La capacità di fornire dei feedback ci porta a riflettere sul fatto che chi si occupa di gestione della sicurezza non deve avere solo competenze tecniche e normative, ma deve possedere quella che Goleman ha definito, “intelligenza emotiva”, cioè la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui al fine di sviluppare empatia nella relazione, cioè favorire l’ascolto dell’altro sospendendo il giudizio e l’interpretazione dei messaggi cercando di comprendere cosa l’altro vuole realmente comunicare; senza la creazione di questo “ponte” tra chi si occupa di sicurezza e lavoratori non riusciremo mai a mantenere comportamenti sicuri che siano duraturi e accettati.
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